CASTELLO DI MALPAGA

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CASTELLO DI MALPAGA

 

Testo: Mario Colombo
Foto: Mario Colombo

 

Poco lontano dalle rive del fiume Serio si trova il Castello di Malpaga, nel territorio di Cavernago, piccolo comune alle porte di Bergamo.  Il Castello di Malpaga è una delle più importanti fortificazioni lombarde del 1300 che, con la sua intatta bellezza e l’inestimabile valore culturale, domina una distesa di 300 ettari di campi agricoli all’interno del Parco del fiume Serio.
Bartolomeo Colleoni acquistò il castello diroccato di Malpaga nel 1456, dal Comune di Bergamo con l’intenzione di farne la propria residenza ed il centro del suo dominio. Ristrutturò e trasformò il castello rendendolo una inespugnabile fortezza, campo di alloggiamento per i suoi soldati e magnifica residenza. Come tutti i principi rinascimentali il Colleoni voleva affermare e manifestare il prestigio raggiunto ed il potere conquistato attraverso opere visibili che dessero memoria della grandezza raggiunta, attraverso un mecenatismo che ne certificasse la sensibilità alla cultura, al bello, all’arte. Le pareti del castello sono quasi interamente affrescate e costituiscono non solo una viva e bellissima testimonianza artistica ma anche una testimonianza degli usi e del modus vivendi dell’epoca. Alcuni affreschi sono deteriorati, ma ancora ampiamente leggibili, altri sono stati vandalizzati ad eterna testimonianza della barbaria e della stupidità di certa umanità, altri invece sono ancora splendidi, vivi e destano l’ammirazione e lo stupore del visitatore.
 Questi ultimi celebrano la visita del re Cristiano I di Danimarca, ne illustrano il corteo regale, l’ospitalità del Colleoni, i banchetti, i tornei e le scene di caccia. Questi affreschi sono stati commissionati dagli eredi ad esaltazione della casata, e sono attribuiti al Romanino. In alcune scene son rappresentati i volti del Colleoni e di Cristiano I, ma sono rappresentazioni idealizzate. Allo stesso Romanino è stato attribuito l’affresco della parete del cortile, prospiciente l’ingresso, rappresentante la “battaglia della Riccardina“, battaglia splendidamente combattuta dal Colleoni, questa volta, per interesse proprio nella ricerca della gloriosa impresa. L’affresco si trova all’aperto ed è deteriorato dall’esposizione all’intemperie ed alla luce viva del sole, ma è ancora ampiamente leggibile. Si tratta di un affresco particolarmente importante perché rappresenta con naturale e vivo realismo la scena bellica, i combattenti, le armature, i cavalli ed i movimenti quasi animati nel loro realismo figurativo. Al piano superiore del castello vi sono, anche, degli affreschi seicenteschi di non eccelsa fattura, ma ancora vividi nei loro colori vivaci. Su alcune pareti sono rappresentate delle allegorie che testimoniano una certa sensibilità del condottiero che voleva dare di sé anche un’immagine di umanità, in contrasto con la sua fama di rude guerriero. Particolarmente significativa è l’allegoria del silenzio raffigurata nelle forme di un vecchio che fa il segno del silenzio o del segreto, che tutti al castello erano tenuti ad osservare. In quella che era la stanza privata del Colleoni si nota l’assenza del caminetto per ragioni di sicurezza, si voleva evitare la possibilità di intrusioni nemiche attraverso la canna fumaria, e la presenza di un piccolo affresco sacro quattrocentesco, che la tradizione vuole particolarmente amato dal Colleoni. Sempre per ragioni di sicurezza, alle finestre c’erano degli sbarramenti, di modo che nessuno potesse entrare nella camera per attentare alla vita del re. In più si usava dormire da seduti, sia per digerire meglio (all’epoca si usava mangiare molti legumi, quindi cibo pesante, difficile da digerire) ma anche per ragioni difensive, infatti quando dormivano tenevano sempre una spada sul fianco del letto in modo che, se qualcuno era riuscito ad entrare nella camera il re riusciva ad alzarsi più in fretta e riusciva a difendersi.
Nella Stanza del Capitano Colleoni, dove egli morì si conserva anche un prezioso quadro della Madonna con il Bambino.

 

Visitando il castello ci si trova di fronte ad un’apoteosi di colori, tesi ad esaltare la figura del condottiero e che ingentiliscono un maniero che si presenta all’esterno nella sua architettura militare rude e minacciosa, circondato da un imponente fossato, di cui sono visibili i resti, ma addolcito all’interno dalle mani degli artisti che via via si sono succeduti.

 

Ulteriori informazioni sul sito: http://www.castellomalpaga.it

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8

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