BERGAMO - MOSTRA "PALMA IL VECCHIO. LO SGUARDO DELLA BELLEZZA"
Testo: Mario Colombo
Foto: Mario Colombo
13 marzo – 12 luglio 2015 | Bergamo, GAMeC
In occasione di EXPO 2015 a Milano, il Comune di Bergamo e la Fondazione Credito Bergamasco si fanno promotori della prima grande retrospettiva dedicata a Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Serina, Bergamo 1480 circa – Venezia 1528), a cura di Giovanni C.F. Villa, prodotta e organizzata da ComunicaMente srl. Una mostra espositiva di richiamo internazionale, nel suo luogo d’origine, celebrando un protagonista del rinascimento veneto accanto a Tiziano e dopo Giorgione; un evento unico che vede per la prima volta riuniti i capolavori assoluti di Palma, provenienti dall’Italia e dall’estero, numerosi dei quali restaurati per l’occasione.
Grazie all’eccezionale sostegno delle maggiori istituzioni museali del mondo – il Musée du Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, l’Hermitage di San Pietroburgo, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Gemäldegalerie di Dresda, il Philadelphia Museum of Art, lo Staatliche Museen di Berlino, e i grandi musei italiani come gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, solo per citarne alcuni – è possibile ammirare a Bergamo, i capolavori di uno dei geni indiscussi del Rinascimento italiano.
Palma è maestro e il grande interprete di una bellezza femminile.
Palma il Vecchio esegue opere che vengono presto idealizzate e ricercate dai collezionisti, tanto da creare un vero e proprio mito dell’artista. Un’arte, la sua, che spazia dai temi mitologici e allegorici alle sacre conversazioni in straordinarie ambientazioni paesaggistiche.
Quella di Palma è una poesia fatta di sguardi, racconti, nostalgia, scoperte e aperture con immancabili rimandi ai luoghi natii donandoci una raffigurazione della spettacolosa bellezza del visibile ancora oggi apprezzabile nella spettacolare terra bergamasca.
Una mostra non solo da guardare ma da vivere.
Cenni biografici
Il suo vero nome era Jacomo Nigretti de Lavalle detto Palma ed era figlio di Antonio detto Tonolo fu Bartolomeo. Il Vasari lo chiama Il Palma. Nigretto (Negretto) era il soprannome di Comino de Lavalle, bisnonno del Palma, figlio di un Giovanni detto Nigro (Negro). De la Valle non era propriamente un cognome, ma indicava la contrada dove la famiglia aveva abitato o abitava a Serina. Jacopo era prozio di Palma il Giovane. Pittore affermato all’epoca, lo testimoniano due dati: di lui resta una sola opera firmata, una Madonna conservata a Berlino (il che fa presupporre che la sua arte fosse più che conosciuta) ed il Vasari lo munifica di complimenti arrivando a dire che Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti non avrebbero altrimenti operato.
Nato da famiglia modestissima, a Serina rimane poco e, come moltissimi compaesani, si dirige presto verso la capitale, Venezia, che in quel periodo rappresenta il fulcro artistico ed economico dell’Italia settentrionale. La prima testimonianza della sua presenza a Venezia è del 1510, anno in cui compare come testimone in un atto notarile.
Dobbiamo dare per certo che fosse presente a Venezia in giovanissima età e che lì abbia portato a termine il suo alunnato. Amico e concorrente di Lorenzo Lotto, cerca la compiacenza di mecenati danarosi che gli possano permettere di guadagnare e produrre una gran quantità di dipinti. La sua maniera di dipingere la apprende dai maestri Veneziani di fine Quattrocento, in particolare da Vittore Carpaccio, e Giovanni Bellini prima e da Giorgione poi: frequenta Tiziano, che si innamora di sua figlia Violante, e lavora assiduamente per le committenze che non mancano mai. La sua arte è incentrata su soggetti mitologici, soggetti sacri e ritrattistica. Le Sacre Conversazioni sono per lo più commesse da privati od enti religiosi, e questo appare evidente nelle opere stesse, quando la richiesta perviene da qualche priore o vescovo, il Palma dipinge in maniera più prettamente veneziana, con un tipico fondale belliniano e la preminenza marcata della sacra famiglia, mentre alla committenza privata il Nostro regala l’ascesa alla divinità, l’intimità al divino, con linearità di contorni e verismo più vicini al Lotto.
Maggiori informazioni sul sito: http://palmailvecchio.it