BERGAMO SUL FILO DELL'ACQUA
Testo: Pino Capellini e Mario Colombo
Foto: Gianfranco Rota – PHOTO STUDIO U.V. – ©
Le immagini sono tratte dalla splendida mostra realizzata dal fotografo Gianfranco Rota e dal giornalista Pino Capellini, composta da diciassette grandi fotografie, che hanno abbellito il centro di Bergamo da fine agosto ad inizio settembre 2010, durante la rassegna Notti di Luce organizzata dalla Camera di Commercio e dal direttore artistico Claudio Angeleri.
Mentre il giornalista Pino Capellini, ideatore della mostra, si cimentava in una grande ricerca tra documenti e libri storici, per trovare notizie e indizi utili, facendo scoperte interessanti ed importanti, come quelle documentate presso la Biblioteca Angelo Mai, il fotografo Gianfranco Rota si è cimentato, da aprile a luglio, in lunghe camminate mattutine, portandosi appresso il “Banco Ottico”, da cui si ottiene una sola lastra, una sola foto. Con questa tecnica si ottiene linee diritte necessarie alla fotografia architettonica, con cavalletto e tempi di posa mai sotto il mezzo secondo. Il risultato è sorprendente. Rota fotografa acqua da anni ma questa volta ha voluto ripercorrere la storia del rifornimento idrico della sua città, dalle fontane monumentali all’acquedotto medioevale di Valverde.
Tra le notizie importanti scoperte da Pino Capellini e documentate da Gianfranco Rota troviamo che:” Il lavatoio di via Mario Lupo, entrò in funzione quando Città Alta fu collegata all’acquedotto moderno di Bondo Petello nel 1881 e portato atermine nel 1899 con l’istallazione di una pompa a vapore per spingere l’acqua fin sul colle”. Altra notizia interessante che racconta Pino Capellini è questa:” Nel 1830 gli austriaci, preoccupati delle carenze di rifornimento idrico pubblico, chiesero a tutti i proprietari di consegnare la planimetria della propria abitazione, segnalando le prese e i percorsi dell’acqua nella propria proprietà. Ne è risultato un fondo delle acque meraviglioso, conservano alla Biblioteca Angelo Mai, che restituisce l’intero sistema idrico”. Altra chicca è quella riguardante la casa del Colleoni. “ La casa del Colleoni in Corsarola, era più ampia, le carte acquatiche austriache mostrano che dove ora c’è il giardino c’era una corte con un pozzo”.
Questo splendido progetto di Pino Capellini e Gianfranco Rota meriterebbe un’attenzione particolare e potrebbe rientrare benissimo in un percorso turistico e culturale ( i luoghi fotografati sono tutti visitabili), che valorizzi anche questo aspetto della nostra bellissima città.
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